domenica 16 ottobre 2011

La protesta continua: Gli indignati non si arrendono

L'orda di barbari che ha ieri ha travolto la Capitale è ormai un lontano ricordo. San Giovanni in Laterano, la piazza teatro dello scontro, sembra essere tornata alla normalità. Il corso è affollato. I romani entrano ed escono dalla Coin, a pochi passi dalla piazza. E molti vanno a messa nella Basilica. La segnaletica stradale in alcuni punti è divelta. In altri manca del tutto. E'stata sradicata. All'ingresso della piazza c'è un fosso lasciato dai sampietrini che gli incappucciati hanno usato come armi. Non tutte le pietre sono state rimosse. Qualcuno ha abbandonato il proprio sampietrino- che non è un normale cubetto di porfido, ma è un blocchetto di pietra abbastanza consistente- sui davanzali della chiesa. Altre pietre si trovano agli angoli della piazza. Insomma, i neri hanno lasciato il segno. Ma non sono riusciti nel loro intento. Perché la protesta va avanti. Si è solo spostata qualche metro più in là. Davanti alla Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme si è formato un piccolo accampamento e una cinquantina di persone, da oggi pomeriggio, sono riunite in assemblea.
Il momento di condivisione previsto in piazza San Giovanni, infatti, c'è stato eccome. I pochi partecipanti, i temerari che non hanno desistito, si sono organizzati e si sono dati appuntamento per oggi con l'intento di darsi una regola, di strutturarsi e portare avanti il movimento nato dalla manifestazione. Le varie anime che ieri hanno sfilato in piazza, ossia i gruppi che si sono costituiti negli ultimi tempi, sono confluiti in un'unica assemblea. Ma formalmente si sono sciolti. Perché ciascun indignato parla per sé. Partecipa alla rivoluzione pacifica e democratica come singolo cittadino. Questo è il link del blog creato dagli Indignati romani:http://italianrevolution-roma.blogspot.com/. Qui si possono trovare tutte le informazioni sul movimento, sulla protesta e sull'organizzazione.
Per ora sono previste due assemblee a settimana, una il mercoledì e l'altra la domenica, nel corso delle quali si parlerà, si avanzeranno proposte e si cercherà di costruire un'alternativa sociale al sistema esistente. Parola d'ordine condivisa da tutti: concretezza. Le assemblee sono state strutturate e regolamentate. Chi voglia intervenire deve prenotarsi. Non è consentito interrompere chi parla e per approvare o disapprovare le proposte che vengono fatte nel corso della discussione sono stati stabiliti dei gesti. "In modo che non si crei casino", mi spiega Daniela, una ex drago ribelle. La ragazza mi ha illustrato rapidamente gli interventi del pomeriggio e ha aggiunto: "Tra tutti gli interventi mi ha colpito molto quello di una signora anziana che ha vissuto sotto il fascismo, ha fatto la resistenza e ci ha incitati ad andare avanti".
In assemblea, intanto, un ragazzo fa notare che su Facebook ci sono molti gruppi filo-indignati che dovrebbero essere coinvolti. "Bisogna creare un movimento unico, dobbiamo unirci!". Gli indignati si stanno organizzando, dunque, hanno già creato delle commissioni che lavoreranno per contrastare la violenza, un comitato che si occuperà dei rapporti con la stampa e hanno chiesto, a chiunque ne abbia voglia, di contribuire alla protesta con coperte, cibo e docce da offrire agli accampati. A Roma fa freddo. Stasera in modo particolare. Ma gli indignati non si arrendono.

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