lunedì 26 agosto 2013

L'inquilina indesiderata: la psoriasi guttata

Lettere aperta a Pust e ai suoi sodali. Un manipolo di pustole fastidiose e pruriginose. La chiamano Psoriasi Guttata, io l'ho ribattezzata "Pust". La nostra convivenza è stata difficile e più volte ho esclamato:"Maledetto il giorno che t'ho incontrato! Anzi, che mi hai invaso".
Cara Pust, ormai sono due mesi che conviviamo e nonostante l'odio che ogni giorno ti dimostro tu non vuoi saperne di scomparire. Non avevo mai sentito parlare di te. Certo conoscevo la "Psoriasi", una malattia della pelle che tramuta il tuo corpo in una tutina maculata, la tua testa in una superficie squamosa, e te in un essere mostruoso. Ma di te non avevo alcuna notizia. Non pensavo che un giorno avresti deciso di prendere dimora su di me. Sulle mie gambe, sulle mie braccia, sulla mia schiena e dovunque vi fosse della pelle da deturpare, eccetto che sul viso (per fortuna). Maledetta Pust. Quando ti ho avvistata per la prima volta, mi trovavo a Milano, nella doccia di mia zia. Mentre di lavavo nel box doccia fichissimo lasciato dalle ricche ereditiere sciupone dalle quali zia ha comperato casa, tra un idromassaggio e uno scrub, ho visto la mia schiena riflessa nello specchio della doccia e...Non era più la stessa! Una via lattea di puntini rossi si distendeva dalla scapola al fondo schiena. "Sarà eritema?", ho pensato. Sì, ma sulla schiena, in città...Non sono certo andata al master in bikini? "Sarà stato il sudore, sparirà", mi sono detta, serena. E invece no, Pust. Tu non sei scomparsa affatto. Eh, ti sei allargata, e anche troppo. In pochi giorni mi ha puntellato piedi, mani, pancia...Insomma: mi ha trasformato nella gonna di Minnie, senza alcuna autorizzazione, che modi sono? Ho capito che ti trovavi in presenza di una squinternata e che le stramberie da queste parti sono gradite, però non mi sembra di aver mai espresso ammirazione per il body painting né tanto meno per i pois sul corpo! Ma tu, da brava Lanzichenecca, barbara e maleducata, te ne sei fregata e hai occupato il mio epidermide manco fosse il teatro Valle! E prudevi, caspita come prudevi. E col sole diventavi sempre più rossa, sempre più evidente, capillare, insopportabile e fastidiosa. Non c'era antistaminico che bastasse. "Sì, ma cos'è?", "Di cosa si tratta?", "Cosa mi è successo?", chiedevo ai medici. "Potrebbe essere lo smog, il caldo, il sudore"- Prima ipotesi formulata senza vederti. "Cosa hai mangiato? Questa è allergia alimentare?"- Seconda ipotesi, prima visita medica familiare. Provo a difendendermi-"Ma sempre le solite cose: le ciliege, quelle di zia, che avevo già mangiato...Ah sì, e poi un gelato buonissimo al gusto Madagascar, col cioccolato bianco fuso nel cono!". Mio zio, medico, lisciandosi i baffi ( che nel suo linguaggio corporeo vuol dire: affermazione seria e incontrovertibile): "Io l'ho detto che tu mangi troppi gelati! Da domani niente gelato e niente cioccolata soprattutto. Potresti essere allergica al gelato". In quel frangente, Pust, se avessi potuto ti avrei uccisa con le mie stesse mani, ti avrei strangolata oppure picchiata e lasciata rantolante in una pozza di sangue sul pavimento. Pensiero stupendo:"In questo caso voglio morire, non mi frega niente ma se mi togliete i gelati è la fine di un'esistenza felice!". Prima che cercassi di articolare il mio pensare in parole dolci da proferire i medici di famiglia mi hanno zittita col cortisone. Fino a che non è arrivato il mio Salvatore, un dermatologo con i baffi che somigliava a Walter Siti. Perché tu pensavi che io mi sarei arresa Pust e avrei rinunciato a mangiare, a stare sveglia e avrei accettato di drogarmi di antistaminici? Ti sbagliavi. Walter Siti del Policlinico Umberto I ti ha stanato in un secondo. Sei stata subito identificata, terrorista da quattro soldi. "Ha avuto la febbre alta per caso e il mal di gola?", mi ha chiesto il luminare simil scrittore, professore del mio fratello dottore. Ed io:"Sì, a 39!". Ma Wonder Woman aveva troppo da fare per starsene al letto: c'era il matrimonio, il restauro, e poi la partenza per Milano. Quindi cosa vuoi che sia una febbre a 40 con faringite acuta il 13 di giugno? Si lotta! "Ok. Non c'è dubbio, questa è PSORIASI GUTTATA. Dobbiamo fare il tampone faringeo per vedere se lo streptococco che ha causato tutto è ancora presente e, se risulta positiva alle analisi, deve fare la PENICILLINA!". Che? In quell'istante nella mie mente è stato proiettato un film horror. Ero su un lettino d'ospedale con tanti aghi nel di dietro e urlavo come un'ossessa per il dolore, intanto sulla mia schiena tu avevi organizzato un rave con i mostricciatoli blu di Esplorando il Corpo umano (l'unica immagine che possedevo degli streptococchi). Così è iniziato il mio pellegrinaggio nelle farmacie, nei laboratori di analisi e ancora una volta dai dottori. Cortisone, antistaminico, antibiotico, sapone e unguento puzzolente. Tappa obbligata: mezzo chilo di gelato al cioccolato con un quintale di panna montata. Anche se cominciavo ad organizzare le mie vacanze a Lourdes, una soddisfazione almeno me la sono presa, mia cara e orribile Pust. Ma, nonostante i miei sforzi, i farmaci, l'assenza di penicillina ovvero la migrazione dello streptococco verso altre sfigate influenzate, tu seguitavi a rendere il tuo soggiorno sulla mia pelle sempre più spiacevole. Durante l'interrogatorio degli ultimi anticorpi rimasti, ha deciso di dichiararti "Prigioniera Politica" e ti sei rifugiata sulla mia schiena. C'era bisogno di infiammarti tanto, dico io? Nemmeno il ghiaccio è riuscito a placarti. Mio zio, quando ha visto l'armata rossa in marcia, ha sollevato il sopracciglio destro si e lisciato un solo baffo (e lì ho capito che la situazione era davvero grave). " Andiamo in Ospedale!", ha sentenziato. Ci risiamo. Ma stavolta non c'era Walter Siti a salvarmi. E, un esile omino in camice bianco, il primario credo, dopo avermi visitato, mi ha trattato come un caso disperato. Altra crema, niente unguento, antistaminico e...Medicinale. La ciclosporina, che, a giudicare dalle ennesime analisi che mi ha prescritto il Prof., fa abbastanza male. Sono passati più di due mesi, Pust. Sei cambiata, ti sei schiarita, hai abbandonato qualche presidio ma sei ancora qua. Abbiamo trascorso un'estate insieme, ti ho portata anche al mare in Croazia, in piscina, mi ha costretta a coprirmi, mi sono vergognata per la tua presenza, ho cercato di non lasciare tracce fotografiche del tuo passaggio, ho pianto dal dolore quando hai dato in pasto alle fiamme la mia schiena, iena, sono svenuta, un'estetista macellaia mi ha sfregiato una coscia a causa tua...Non credi che sia arrivata l'ora di interrompere la nostra relazione e di porre fine a questa occupazione senza ricorrere al veleno?

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