giovedì 23 agosto 2012

La religione del mio tempo

Il successo e la realizzazione nella vita, oggi, si misurano dai guadagni. E'assurdo sentirlo dai propri genitori. Ma è così. Non si bada alla felicità del proprio figlio, se sta bene o meno, se è sereno, ma a quanto ha in busta paga. "Può pagare le vacanze ai genitori, loro sono andati lì e lui gli ha detto di prendere ciò che volevevano perché era a spese della sua azienda". Sottotili alla pagina di mia madre: ecco uno che ce l'ha fatta davvero, altro che tu "sfigata" con una laurea "sbagliata" in tasca, tanti "soldi" spesi "inutilmente" e a trentanni ancora dobbiamo mantenerti noi. "Si è laureato in tempo, è andato all'estero, ha girato e ora sta in Cina! Lì la gente la pagano". Eh sì, le multinazionali che hanno delocalizzato in Cina, tipo la Nike- per cui lavora il mito di madre- pagano i dipendenti occidentali ma chissà quanto sfruttano gli operai orientali. Evviva i capitalisti! Evviva i figli che ricoprono d'oro i genitori, che accettano di avere dipendenti senza alcun diritto, e si "stanno facendo i soldi" per poter rientrare un giorno in Italia e vivere da nabbabbi. Chi riesce in un'impresa del genere, merita, oltreché un servizio al Tg3 Basilicata come lucano illustre, una menzione dal presidente Lacorazza che promuove i talenti lucani (all'estero è chiaro), e un collegamento webcam con Buongiorno regione, ma anche un posto nella top ten "chi ce l'ha fatta invece tu" che ti viene squadernata in faccia ad intervalli regolari del giorno magari anche mentre tu provi a concentrarti per svolgere una della tue inutili e poco remunerative attività intellettuali. Accade così che gli adolescenti più irrequieti, gli amichetti da lista nera, i figli delle colleghe da criticare, si tramutino in idoli da adorare. Figlio di una sua amica, ragazzino esecrabile a suo giudizio per la scarsa educazione ricevuta, C. è divenuto in pochi giorni il mito di mia madre per i suoi lauti guadagni, la sua lussuosa abitazione condivisa con una cinese, che ha gli occhi a mandorla sì, è straniera, ma è ordinata, gheisca al punto giusto, e soprattutto guadagna anche lei tanto (dunque va bene, se non avesse avuto questi requisiti sarebbe stata un guaio "accattato" come altri e una fedifraga di certo in quanto "straniera"). Perché all'estero è tutto diverso, all'estero, in Cina, le persone, quelle "intraprendenti", si realizzano, e anche gli stranieri, all'estero, cioè a casa propria, sono degli ottimi partiti, donne o uomini che siano. Molto meglio dei nostri conterranei, italiani e ancor peggio se lucani, sicuramente il 730 sarà meno allettante per la signora Bennet di turno. A volte si fa molta fatica a tacere, a non rispondere, ma soprattutto a non chiedersi perché ci siano capitati in sorte certi genitori. Nessun dubbio sul come si arrivi a pensare ciò. Alcuno direi. Basta guardarsi intorno e magari rileggere gli Scritti Corsari di Pasoli. "Il bombardamento ideologico televisivo non è esplicito: eso è tutto nelle cose, tutto indiretto. Ma mai un "modello di vita" ha potuto essere propagandato con tanta efficacia che attraverso la televisione. Il tipo di uomo o di donna che conta, che è moderno, che è da imitare e da realizzare, non è descritto o decantato ma rappresentato (...) Gli eroi della propaganda televisiva- giovani sulle motociclette, ragazze accantanto a dentifrici- proliferano in tanti eroi analoghi della realtà...". Oggi manager, veline, velone, politicanti...Rappresentanti di quel sistema che ci ha portato al collasso, alla deriva. Pasolini l'aveva già visto. Pasolini l'aveva predetto. Ma Pasolini era un diverso, un frocio, un pazzo. Uno da buttare dalla rupe. E ammazzare come un cane. "L'ansia del consumo è un'ansia di obbedienza a un ordine non pronunciato- scrive ancora Pasolini in un articolo dell'11 luglio 1974-. Ognuno in Italia sente l'ansia, degradante, di essere uguale agli altri nel consumare, nell'essere felice, nell'essere libero: perché questo è l'ordine che egli incosciamente ha ricevuto, e a cui deve obbedire, a patto di sentirsi diverso". L'alterità è un problema, essere lontani anni luce dal modello del trentenne figo è un vero e proprio guaio. Ripensavo a Pasolini mentre ascoltavo le baggianate partortire ad alta voce dalla logorrea di mia madre, e a quanti chiamano i loro amici per ostentare viaggi e denari, hanno come unico valore la ricchezza e non tendono una mano verso chi è in difficoltà né si mostrano generosi. Però loro sì che sono realizzati, loro sono figli da incensare e lodare, uomini da sposare. Hanno gli studi giusti, i tempi giusti, i soldi e le amicizie giuste, e vanno invitati e presentanti ad amici e parenti. Sì loro, i tipi giusti per la morale comune, che rispondono al mito dell'efficienza e del successo, possegono conti in banca e case, vanno osannati e emulati. E poi ci meravigliamo delle Nicole Minetti, delle Olgettina's girl e dei Fabrizio Corona. Frugando nella mia libreria, ho ritrovato una vecchia edizione della Coscienza di Zeno e su di essa un nome. Apperteneva a C. che se l'era venduta insieme con i libri scolastici del terzo liceo, e mia madre l'aveva comperata, nonostante io l'avessi già letta e ne possedessi una copia in edizione economica. La narrativa per lui, già all'epoca, era un bene di consumo, un libro qualcosa di cui sbarazzarsi e vendere al migliore offerente. Un ogetto inutile dal quale comunque si poteva trarre profitto. Per me invece è un bene prezioso da donare magari a chi ancora sa vedere col cuore. Ma io, e quelli come me, infatti, siamo degli sfigati. Dei "comunisti" magari, da buttare dalla rupe e da sopprimere in qualche modo.

martedì 7 agosto 2012

Donne sull'orlo di una crisi di...Peli!

Tempo d'estate. Tempo di spiaggia, sole, mare e costume. Ai tempi della crisi. I peli in vacanza non ci vanno mai. Anzi, in estate aumentano, come i prezzi delle estetiste. E, se il denaro scarseggia, bisogna arrangiarsi da soli. A ciascuno la propria spending review. Qualcuno storcerà in naso, borbotterà dicendo che è impossibile, che nessuno può farsi la cera da solo, e invece...Imposible is nothing (e non solo per l'ADIDAS!)! Basta avere l'attrezzatura giusta. Innanzitutto bisogna dotarsi di un fornellino. Ve ne sono di diversi tipi, da quelli più dispendiosi (massimo 40 euro, compresi di barattolo di cera, palette e strisce)a quelli più economici. Lo "scaldarulli" ad esempio- per intenderci il genere di prodotto, pubblicizzato dalla Veet, che assicura "risultati professionali" a casa- può essere vostro alla modica cifra di 10 euro. I rulli di cera costano 0,49 centesimi l'uno. Una volta comperati, vi basterà inserirli nel fornellino e mettere al scaldare il tutto. La cera impiega un po'di tempo per sciogliersi. Quindi, bisogna attendere prima di cominciare a stenderla sulle parti da depilare. Ma, procediamo con ordine. Al correndo dell'estetista fai da te mancano ancora due attrezzi fondamentali: strisce depilatorie e olio dopo cera. Investendo 1.20 euro, entrerete in possesso di 100 strisce. Mentre per quanto riguarda l'olio, quello della Gabor, utilizzato i molti centri estetici, in profumeria è venduto a 5.99 euro per 500 ml di prodotto. Una quantità sufficiente ad ungere un elefante. Non appena avrete tutto l'occorrente, e la cera sarà calda (in 30 minuti circa il fornellino raggiunge la temperatura desiderata), potrete iniziare a depilarvi, udite udite: da sole! Dal ginocchio al piede non vi è alcuna difficoltà. Non dovrete fare particolari gimcane per avere le caviglie lisce, i guai cominciano quando si sale e sarebbe meglio starsene sdraiate a pancia in giù su un lettino. Ma non disperate, con un po'di agilità e creatività si risolve tutto, se avete una vasca da bagno su cui poggiare i piedi, poi è ancora meglio. Ricontrollate in corso d'opera, possibilmente alla luce, quanto realizzato e quando sarete certe di aver eliminato qualsiasi ospite indesiderato e imbarazzante dai vostri arti inferiori, coccolatevi con l'olio dopo cera. Questo trattamento in un centro estetico vi costa dalle 20 euro in su. A casa, a conti fatti, spenderete meno di 5 euro, volendo abbondare. Si può essere belle, nonostante la crisi, facendo a meno del superfluo in tutti i sensi!