domenica 29 gennaio 2012

Mattino

La ricollocazione in un luogo ti porta inevitabilmente a riflettere sulla percezione di esso. Mi spiego. Spesso il paesaggio tende a riflettere il nostro stato d’animo. Nel senso che, al di là di posti oggettivamente belli, di solito la bellezza di un luogo è nello sguardo di chi lo osserva. O meglio nella sua anima. La Basilicata è una terra poetica. Un luogo in cui il silenzio dominante è rotto solo dai rintocchi dei campanili, dallo stormire degli uccelli tra le fronde e dal battere d’ali di un nibbio solitario. La Lucania è la terra dei boschi; l’occhio si perde nel verde a rincorrere le evoluzioni aeree di una gazza birichina. Appena desta la montagna, ricoperta di brina, si stiracchia sotto i tiepidi raggi del sole. Un lago montano occhieggia da lontano. E pian piano macchie sempre più intense di colore si versano sulla tavolozza interiore di ciascun osservatore, colmando il cuore di un indescrivibile tepore. Il fuoco che la sera crepitava nel piccolo camino in cucina riprende ad ardere. Un nuovo giorno può avere inizio.
Per me che ogni mattina percorro la strada nel bosco il paesaggio ha un grande valore. Animali montani ed elfi ridanciani si inchinano al mio passaggio. Il nibbio mi scorta dall’alto e la gazza sta accorta. Che nessun umano si permetta di ostacolare il mio cammino verso la luce. Il sole fa capolino dietro cumuli di panna montata. La mia anima si rallegra. Metto su un po’di musica e canto a squarciagola nella mia auto, da sola.