mercoledì 28 settembre 2011

Campionesse di arrampicata col tacco....

Non ho mai amato le persone che, prima di uscire di casa, fanno un bagno di profumo. Per non parlare degli uomini amanti delle docce di dopobarba e deodoranti di vario genere. Tuttavia mi piace annusare le scie profumate per strada e indovinare a chi appartengano. Tanto più in città, dove la sopravvivenza dell'olezzo griffato è quasi un miracolo; lo smog sbaraglia la concorrenza. E, ieri, inseguendo profumi, mi sono imbattuta in un atleta.

Qualcuno mi è passato accanto. Un'onda di Dolce&Gabbana mi ha travolto inducendomi a cambiare rotta. Ho superato due ragazze, straniere, reduci dallo shopping in centro, e ho provato a tener dietro al profumo dolciastro, ma fortissimo, che mi ha riportato ai tempi del ginnasio; la mia insegnante di greco mi si è materializzata dinanzi in uno dei suoi tailleur bianchi e blu con le versioni tra le mani. Un rigurgito d'ansia e paura si è impadronito di me. Ma l'ho scacciato alzando il passo. E sono entrata in un'altra area profumata.

Una nuvola di deodorante delicato, fresco, mi ha avvolta. Ho abbassato lo sguardo e, davanti a me sono apparsi degli oggetti non ben identificati...Due blocchi di sughero adorni di plastica verniciata di verde. Sandali altissimi. Scatole di truciolato, ad occhi e croce anche abbastanza pesanti, che si muovevano rapidi sull'asfalto. E, in cima a questi bolidi della calzature, una donnina esile in jeans e canotta.
La ragazza, curva da un lato, forse a causa della borsa enorme appesa alla scapola sinistra, procedeva spedita. Non si è fermata un attimo. Anzi, ha doppiato persino un giovane uomo pelato in giacca e cravatta che, con la schiena dritta e la pancia in dentro, affrontava la salita come un alpinista consumato. Lui si guardava intorno pavoneggiandosi. Credeva di non avere rivali. Ma, quando la donna sui trampoli gli ha fatto masticare la polvere, si è voltato e ha fatto una smorfia di disappunto, quasi a dire:"Come osi sfidarmi, vermiciattolo spuntato dal nulla!". Poi, però, le ha guardato i piedi e ha biascicato un complimento.

Ho continuato seguirla. Mi sono avventurata in pericolosissimi slalom e dribbling tra borse, pacchi e valige sul ponte della Tiburtina. Odori sempre più acuti e sgradevoli si spiaccicavano sulle mie narici, ero affaticata, stanca e sudata ma andavo avanti. Volevo vedere fino a dove era in grado di condurmi la mia eroina ed ero curiosa di sapere chi avrebbe vinto quella maratona tra pedoni della Tiburtina.

L'uomo Dolce&Gabbana mi ha sfiorato un braccio, l'ho riconosciuto, ma non ho avuto il tempo di osservarlo, si è dileguato subito lasciandomi in balia della velocista sui trampoli e degli scarichi d'auto e moto. La velocista camminava impettita, sicura e baldanzosa. I suoi piedi, tavolette inermi laccate di rosso alle estremità, erano incollate ai due troni di legno. I capelli castani che le ricadevano sulle spalle non partecipavano al movimento del corpo. Ma lei era in testa. Stava vincendo e non aveva rivali. Nessun altro concorrente era riuscito a doppiarla fino a quel momento. Le ragazze con le buste erano lontanissime, l'uomo dolce&Gabbana aveva rinunciato a seguirci, il pelato incravattato si era fermato in un angolo a rosicare e io...Io ho cominciato a rallentare. Ma non l'ho persa d'occhio.
La maratoneta dalla chioma imbalsamata ha svoltato a destra. La gara era ormai finita. Aveva vinto. Ma non era soddisfatta. E, prima di salire sul podio, non ci ha risparmiato neanche l'ennesima umiliazione. Ha tirato fuori una scartoffia appallottolata dalla borsa e, con un calcio leggero ma preciso, l'ha spedita in un piccolo bidone dell'immondizia. Sono rimasta a bocca aperta mentre lei, sculettando sui suoi trampoli, è sparita dietro ad un palazzo stinto.

Leggendo questo post, qualcuno dirà:"Non è vero,si è inventata tutto, se l'è immaginato". No, cari miei. E'tutto vero. E'accaduto davvero! Non ho sognato di partecipare ad uno spot dei cereali Fitness Nestlé. Né stavano girando la reclame dell'Acqua Vita Snella sulla Tiburtina, la signorina era un'attrice e io, tonta, non me ne sono accorta. Vi sbagliate. Non è andata così. Non mi credete? Peggio per voi.
Io ho assistito, in diretta, e gratuitamente, all'ultima impresa della campionessa romana di arrampicata sul tacco. E questa è la cronaca (reale) dell'evento sportivo firmata da me.
Noi donne siamo capaci di compiere grandi imprese stando in bilico su un paio di tacchi altissimi. Niente ci può fermare!

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