lunedì 25 luglio 2011

Nessuno è come Saviano

"Ormai donna, sciupai i primi anni della giovinezza paragonando gli uomini che via via conoscevo ai miei eroi: rifiutandoli perché non somigliavano affatto ai miei eroi" (Se il sole muore, Oriana Fallaci). Oriana Fallaci, la più grande giornalista italiana, passionale e coraggiosa, profonda e creativa, tranchant in ogni sua manifestazione, non poteva certo accontentarsi di un codardo da quattro soldi. Nel 1965 segue gli astronauti americani che si preparano a sbarcare sulla Luna e ne viene fuori un romanzo autobiografico, un lungo reportage sugli esploratori dello spazio. Ma la sua permanenza tra gli astronauti, dipinti come gli eroi del nuovo mondo, è anche un momento di riflessione sulla sua vita. Il romanzo della Fallaci, infatti, è una lunga epistola inviata a suo padre, il quale guarda con scetticismo all'uomo sulla Luna. Oriana, che a 14 anni ha conosciuto i protagonisti della Resistenza e li ha amati e ricercati per tutta la vita, non disdegna gli eroi degli anni '60. Ma continua a vagheggiare e a ricercare i suoi idoli. Uomini guerrieri che sembravo usciti dalle pagine dei grandi romanzi d'avventura. Uomini ai quali l'uomo dei suoi sogni, l'amore della sua vita, non poteva non assomigliare. L'immagine del suo uomo ideale tagliata sull'eroe della resistenza ha condizionato le sue scelte successive, non a caso, l'amore della sua vita è stato un eroe, Alekos Panegulis, al quale ha dedicato uno dei libri più belli che siano mai stati scritti, Un uomo. Ma quante Oriane ci sono in giro? A quante donne, come Oriana, è capitato di scartare esseri umani di genere maschile perché non corrispondevano al loro ideale? E soprattutto: da dove vengono e quanto contano i modelli nella scelta del compagno, degli amici e degli esseri con i quali condividere la propria esistenza?
L'uomo medio è pusillanime. Tradotto: codardo: vile. Gergale: senza palle. E dimostra la sua inettitudine dall'amicizia all'amore. Uomini che non sono uomini. Uomini che ti usano, ti sfruttano e poi ti buttano via. Uomini a cui servi per colmare un vuoto in un momento e appena possono, se è necessario, ti coprono di fango, in modo da accreditarsi presso altri o altre, dileggiando te. Non uomini ma mezzi uomini, direbbe Sciascia, quaquaraquà. Troppi ce ne sono in giro. E sicuramente i nostri modelli di partenza dipendono dalle nostre esperienze, dai libri che abbiamo letto, dai film che abbiamo visto e dall'idea che ci siamo fatte di noi stesse e del mondo. La madame Bovary che è in noi prima o poi viene fuori, ma in senso positivo. Anche perché, mi chiedo, che vita è se non riesci a stimare l'uomo che ti sta accanto? Che razza di amore è l'amore senza stima, passione e adorazione?
Se una piccola Oriana si accompagna ad un mezzo uomo e si accontenta, perdonando le sue debolezze, fino a che si è infatuati andrà bene, ma poi? Scoppierà, è chiaro.
La donna che non teme nessuno, la donna che si espone, desidera un uomo che le somigli. L'amica che non si risparmia, l'amica che se ne frega, l'amica che è com'è, desidera un amico o un' amica che le assomigli, che la difenda quando ci sia da difenderla e che la sgridi a brutto muso quando ha sbagliato, perché lo fa per il suo bene. Non è un caso che leggendo libri, vedendo soap opera e sceneggiati in tv, guardando film e spettacoli teatrali, le squinternate solidarizzino con i coraggiosi.
Io sono stata sempre impopolare nei gusti. Ai tempi di Beverly Hills il mio uomo ideale era Brandon Walsh, giornalista, studente modello, concreto, duro e razionale. Senza fronzoli. A 13 anni e ancora oggi sarei fuggita volentieri con Luciano Ligabue, e avrei vissuto per sempre sull'isola della Tortuga con Johnny Deep. Lui andava bene anche in California, nei panni di Boston George, folle e maledetto al tempo stesso. Ma Johnny va bene sempre perché la sua follia delirante, il suo estro hanno un fascino inesauribile.
Tra i personaggi delle soap italiane quello che prediligo è Michele Saviani di Un Posto al sole. Genere: giornalista impegnato, uomo anticamorra. Onesto, pulito, semplice e determinato. E di sicuro anche un magistrato sprezzante delle forme, uno che è e non appare, e ha il culto della legge prima di ogni cosa, mi disarmerebbe subito. Questi sono uomini pregiati perché sono rari. Sono persone affidabili che danno sicurezza e non temono di esporsi, mai. Non fanno i piacioni, non ci provano con una donna solo perché è donna né hanno atteggiamenti volutamente ambigui. E se scelgono una persona sono convinti, è quella e non un'altra. Non tentennano né si pavoneggiano o sfarfallano. Sono puliti in ogni loro espressione perché sanno cosa voglio sempre e comunque. Integrità morale è la loro parola d'ordine. Insomma i tipi alla Saviano che pur di far valere la giustizia e la verità metto a repentaglio la propria vita e la propria sicurezza. Uomini che agiscono mossi dalla passione per ciò che fanno. Questa si chiama generosità. Questo è eroismo. Questa è autenticità. E'la vita vera che pulsa nel cuore degli uomini e delle donne e tracima come un fiume in piena. Straborda. Esce dagli argini. E'irrefrenabile, incontenibile, non ha limiti ed emerge, sempre e comunque. La verità non la puoi occultare per sempre. Ma mi chiedo: quanti Roberto Saviano, Peppino Impastato,Giancarlo Siani, per ritornare alla soap Luca Manara, ci sono in giro? Esistono?
Io sono fiduciosa e penso di sì, e se finora non ne ho incontrato nemmeno uno, o forse qualcuno c'era ma per vari motivi era inavvicinabile, spero davvero di incontrarlo in futuro in luoghi magari aperti dove ciascuno si può esprimere liberamente. Persone così ti cambiano la vita. Perché sono in grado di nutrire nei confronti degli altri sentimenti sinceri di amicizia e di amore, e soprattutto, come direbbero i criminali, non sono "infami", non ti pugnalano alle spalle né ti fanno trovare nei guai per favorire loro stessi o i loro padrini, mossi da invidie meschine e risentimenti spiccioli. Ad maiora semper. Anche la squinternata si innamorerà, chissà.

6 commenti:

  1. Discorso validissimo, accontentarsi della mediocrità è sempre una sconfitta, che si tratti di amore, amicizia o lavoro. Però il tuo punto di vista ha una controparte speculare. Il quadro disastroso del mondo maschile è, ahimè, spesso condivisibile ma siamo certi che dall'altra parte della mela ci sia poi sempre di meglio? ^^


    Stimo Roberto Saviano, ma sono convinto che quando ha scritto Gomorra, non avrebbe mai immaginato di subire questa persecuzione. Quando parla della sua vita da "latitante onesto" si scorge la tristezza di un giovane uomo che soffre ogni giorno per la mancanza di normalità nella sua esistenza forse sono i miei occhi miopi ma ho scorto in qualche occasione una traccia di rimpianto. Se potesse tornare indietro non sono certo che farebbe la stessa scelta. Ciò non toglie che oggi, a prescindere dalla percentuale che vogliamo attribuire alla sua volontà o al destino, è un eroe.

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  2. chiaro io parlo da donna, questo è poco ma sicuro. Sì è stato un kamikaze, è chiaro che a 30 anni vivere reclusi non è assolutamente un bene, considerando poi il livello di meschinità dilagante e il fango che tutti gli gettano addosso perché se c'è una cosa che la gente non ti perdona è il successo. Ma RS è una delle poche persone che ti sprona ad essere migliore, perché dalle sue parole, dal suo modo di essere emerge positività, passione, amore e generosità. Di uomini come lui ce ne sono altri, ne sono certa. E di sicuro lui non si aspettava quel successo che è stata una fortuna ma anche la sua vera condanna, però l'Italia, l'Europa, la cultura italiana, senza Saviano perderebbe molto. Il suo ruolo di intellettuale oggi è fondamentale, certo anche lui a volte sbaglia, magari su alcune cose potrebbe evitare di mettere bocca, come è stato nel caso della questione palestinese, e forse ora è diventato anche un po'narciso. Ma resta il fatto che l'Italia, i giovani italiani, devono tanto a Saviano.

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  3. Soffre due volte perché oltre alla clandestinità a cui è costretto, subisce spesso un linciaggio pubblico, attraverso i media, e privato da parte di molte persone. Insegnando nelle scuole ho avuto modo di constatare che sono tanti i giovani a vilipenderlo. C'è un accanimento verso questa figura che trovo eccessivo e a tratti immotivato. Per fortuna ha anche risvegliato tante coscienze dal torpore. Sul suo essere diventato narciso, credo lo sia sempre stato, è prerogativa degli scrittori, quella dose di autocompiacimento ed esibizionismo che gli spinge a iniziare a scrivere. Per fortuna è un peccato veniale.

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  4. Quando come Saviano subisci le minacce della criminalità ti scontri con i limiti del potere dello Stato, avverti la precarietà della tua stessa vita, combatti qualcosa che è invisibile e su cui le istituzione di una nazione sembrano non riuscire ad agire con la forza necessaria. Sì, non tutti prima avevano capito, e molti ancora faticano a farlo, che la mafia è come una grande azienda il cui primo interesse è il denaro e il conseguente potere. Molti si fermano alla superficie, alle sparatorie e al clamore delle violenze. Sai che è vero, le scrittrici in effetti sono meno narcise del corrispettivo maschile, però devo dire, in base alla mia esperienza, che, per rimanere nell'ambito artistico, le cantanti superano i canori maschietti di diverse leghe. Strano fenomeno ^^

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  5. Per fortuna lo stato è fatto anche di magistrati in gamba che ti proteggono comunque e ti fanno sentire vicine le istituzioni in ogni momento. E questo posso garantirlo per esperienza. Magari però polizia e carabinieri, soprattutto in certi posti, dovrebbero impegnarsi un po'di più. Se la gente vede che i primi ad arretrare dinanzi al boss di turno sono proprio i carabinieri, come si può pretendere che vada a denunciare un'estorsione o un tentativo di intimidazione? "Lo stato questo problema non ha voluto mai risolverlo davvero"...Lo leggevo nel secondo libro di Nicaso e Gratteri, La malapianta. Nicola Gatteri è una di quelle figure positive, un eroe della legge, un uomo che spende la sua vita per combattere la piaga della sua terra, dilagante ormai in tutto il mondo (quasi la prima mafia al mondo) la 'ndrangheta. Mafia= economia. La mafia esiste prima dell'Unità d'Italia, e grazie alla mafia se questo paese è unito. Sono stati usati picciotti e cammorristi. Quindi, quale futuro poteva avere questa italia? Si deve solo sperare che, come sosteneva Giovanni Falcone, la mafia sia un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani abbia un inizio e una fine. Ma ciascuno di noi deve impegnarsi nel suo piccolo a combatterla.

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  6. Sì, per fortuna non è tutto nero l'orizzonte della giustizia in Italia. Abbiamo avuto grandi magistrati e probabilmente ne abbiamo ancora, solo che purtroppo i nomi diventano noti ai più solo quando siamo davanti a qualche tragedia. Sì, l'unità d'Italia è stato un processo atipico rispetto ad altre realtà nazionali europee e non, è stato calato dall'alto (partendo dal basso ^^) e questo non ha favorito la coesione. Basti vedere quanto poco l'italiano medio avverte le feste nazionali. Inoltre soprattutto in certe zone del sud, dove lo Stato è latitante, la criminalità organizzata si radica fortemente con l'appoggio della gente, per questo è ancor più difficile sdradicarla.

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