sabato 23 luglio 2011

Empatie

La nostra vita, per quanto strampalata possa essere, è fatta prevalentemente di incontri o occasioni. Ogni essere umano in cui ci imbattiamo è sicuramente una fonte inesauribile di ricchezza. Ogni persona con la quale entriamo in relazione ci permette di comprendere qualcosa in più di noi stessi e del mondo che ci circonda. Ma soprattutto ci racconta una storia, ci lascia un ricordo, una sensazione da conservare. Se un incontro, seppure breve, non ci ha lasciato alcunché, significa che abbiamo perso tempo. Dunque, è un bene che l'essere in questione sia uscito dalla nostra vita. Anche se ci sono persone che entrano ed escono dalle vite degli altri. Magari incontri fatti in momenti sbagliati. Persone che poi, per qualche strano motivo, ritrovi sulla tua strada e ti appaiono cambiate, diverse. A volte l'errore sta nel nostro sguardo, molto spesso appannato.
Ieri sera un'amica mi faceva notare che il nostro modo di relazionarci agli altri varia da persona a persona. Con qualcuno siamo in un modo, con altri in un altro. Questo sicuramente è vero. Non siamo sempre uguali. L'esistenza, le sensazioni, le esperienze, ci rendono diversi. E il destino di una relazione dipende molto dal momento della vita in cui ci troviamo, da come stiamo quando conosciamo qualcuno e, forse, anche dall'apertura mentale dell'essere che abbiamo di fronte. Ecco, siamo arrivati al nocciolo della questione: quanto il destino di una relazione dipende dal nostro essere e quanto dall'essere dell'altro?
Non potrebbe essere che, il nostro istinto, la nostra sensibilità, ci mettano in guardia, ci facciano da campanello d'allarme? Nel senso che l'istinto riesce a percepire che c'è qualcosa che non va. La persona che ci sta dinanzi ci trasmette delle sensazioni, negative o positive che siano, in base alle quali siamo indotti a relazionarci in un modo piuttosto che in un altro e a mostrare alcuni lati del nostro carattere e ad occultarne altri.
C'è chi, a primo acchito, ci indispone, chi invece ci mette a nostro agio e ci fa sentire subito a casa, chi ci trae in inganno perché pensiamo sia in un modo invece poi si rivela in un altro (anche l'istinto prende cantonate!), chi ci prende di testa e ci stimola a fare meglio e diventa un'amicizia positiva, creativa, interessante...Ma, mi chiedo: è solo una nostra disposizione d'animo o dipende anche dalla persona che abbiamo di fronte? Quanto conta, nel modo che noi abbiamo di entrare in relazione con un'altro essere umano, l'energia trasmessa dall'altro?

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