mercoledì 12 dicembre 2012

A che ora è la fine del mondo?

I Maya avevano predetto che oggi sarebbe finito il mondo. Il 12-12-2012 non si sa bene chi e non si sa come (o perlomeno io non lo so, perché non credo all'escatologia)avrebbe dovuto porre termine alla vita su questa terra. Per mia nonna ogni catastrofe naturale preannuncia la fine del mondo. Ogni qual volta si verifica un terremoto o un nubifragio, nonna, rassegnata, sospira:"E'arrivata la fine del mondo". Ma per fortuna, finora, la sua nefasta previsione non si è mai avverata. E oggi, oltre a lei, hanno fallito anche i Maya. Non so se dire per fortuna o purtroppo, per quanto mi riguarda direi per fortuna perché in fondo sono curiosa di sapere come va a finire il romanzo della mia vita e vorrei davvero essere io a poterlo scrivere. In ogni caso io la mia valigia l'avevo preparata. Pensando, ingenuamente, che la fine di un mondo implicasse uno spostamento verso un altro. Qualche testimone di Geova mi avrebbe corretto dicendo che alla fine si sarebbero salvati solo loro e quindi, non essendo un'adepta, io non avrei avuto accesso all'Arca di Noè. Io avrei risposto che la loro arca è il Titanic, e che quindi, no grazie non ci salgo che la fine di Di Caprio proprio non la voglio fare. I cristiani mi avrebbero invitato a leggere l'apocalisse ed io avrei replicato che i Fantasy non mi entusiasmano, che dopo il Signore degli Anelli ho smesso di drogarmi e i viaggi verso la Terra di Mezzo si sono interrotti bruscamente...Potrei continuare all'infinito ma mi fermo qui, e ritorno alla mia valigia e al mio viaggio saltato. Ci avevo messo dentro tutto ciò che è stato per me questo mondo in trent'anni di vita, sin dal primo vagito emesso in ritardo- mi dicono- perché ero troppo occupata a guardarmi intorno. Volevo capire dove fossi capitata. E, quando mi sono fatta un'idea dell'ambiente in cui mi era toccato di nascere, ho strillato. In fin dei conti questa terra non era male. Tutto mi appariva colorato. Ma non è certo il "dì natale" che avrei portato con me. Nella mia valigia c'erano libri, pianti, baci, abbracci e un mucchio di penne. Nella mia valigia c'erano la fossetta di una persona, quella più importante. C'era la neve, la calza della befana e la Befana (Stefania). C'era la mia amica Sara e con lei c'erano tutti quelli che mi hanno accompagnato nel viaggio precedente, soprattutto coloro i quali mi accompagnano da sempre. La mia valigia, però, rischiava di essere pesante a causa delle assenze e, proprio mentre la disfacevo e pensavo a cosa avrei dovuto conservare, una voce dal passato mi è venuta a visitare. Era lei,l'assente, sotto altre sembianze. Non stavo parlando a telefono con lei, perché non potrei, ma con la voce di chi l'ha generata mi ha suggerito il bagaglio necessario per proseguire il cammino intrapreso. "Sii paziente", mi ha sussurrato, come solo lei sapeva fare dopo aver ascoltato. E io ho pensato che a volte, per poter andare avanti, bisogna guardasi indietro e ricordasi di chi avrebbe voluto essere con noi ma non ha potuto, e ho accettato di buon grado il suo consiglio, ripiegando all'interno del mio bagaglio la virtù dei forti.

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