tag:blogger.com,1999:blog-5519388657536723760.post2588958570842904490..comments2023-04-04T02:46:37.905-07:00Comments on L'epopea di una squinternata: Non omnis moriarAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/04344816093224012596noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-5519388657536723760.post-23102536077479943432011-08-28T08:44:34.150-07:002011-08-28T08:44:34.150-07:00Anche per me la morte non è la fine; questo da un ...Anche per me la morte non è la fine; questo da un lato mi rende più sereno dall'altro mi terrorizza. <br /><br />La visione cristiana di riconduzione all'Uno mi turba, è come se in un certo senso smettessi comunque di esistere perdendo la mia individualità. <br /><br />La tua visione è davvero delicata e poetica. Spero possa essere davveroc così.<br /><br />Sono scarsamente interessato a quello che resterà delle mie spoglie dopo la morte, se c'è vita dopo la morte sarò altrove (o comunque altro) in caso contrario non avrò alcun motivo di preoccuparmi a prescindere.<br /><br />Propendo anche io per la cremazione, lo trovo più igienico e meno lugubre. Finire tra le "fauci" dell'imperatore della dieta sotto terra non è un'idea confortante. <br /><br />Dici "Secondo me per il morto che ormai è morto il ricordo magari non ha senso, ma è un modo per tenerlo in ogni caso in vita". Concordo, in realtà è parte del messaggio di Foscolo, cimiteri, sepolcri servono ai vivi non ai morti.<br /><br />Vero, la mente si crea meccanisimi di ciclicità, ci induce a ritenere che tutto duri e si propaghi nel tempo; la morte prematura rompe questo finto equilibrio e ci scuote.<br /><br />E' un periodo nero e cromaticamente si riflette sulle mie riflessioni, spero di non essere stato troppo noir ^^Angelo Parisihttps://www.blogger.com/profile/01677203491548585174noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5519388657536723760.post-68854105505398859372011-08-28T04:06:43.668-07:002011-08-28T04:06:43.668-07:00La morte per me non è la fine. E' l'inizio...La morte per me non è la fine. E' l'inizio di un'altra vita. Non statica però come credono i cristiani. Io mi sono fatta una mia idea della cosa che è piuttosto una speranza. Mi auguro che esista la reincarnazione, la metempsicosi delle anime come diceva Platone. O meglio penso che ogni essere che ci lascia rivive in qualcosa, in un colore, in un gesto, in un fiore o un arbusto e persino in una parola. E penso che si possa entrare in contatto con loro. Vedere e agire come se lo facessero loro. Prestargli gli occhi, il cuore e la mente a volte.<br /> I più fortunati rinascono sotto altra forma e realizzano i sogni che nella prima vita non sono riusciti a realizzare. La fine riguarda i corpi, non le anime. Lo spirito resta. E quelli dei poeti e degli scrittori rimangono in parte impigliati nelle loro parole. Foscolo non l'ho citato perché, a differenza sua, non credo nei cimiteri, nei sepolcri. Nelle tombe. Infatti voglio essere cremata e, anche se so che non si può fare, mi piacerebbe che le mie ceneri venissero disperse...Secondo me per il morto che ormai è morto il ricordo magari non ha senso, ma è un modo per tenerlo in ogni caso in vita e abbattere la distanza che la Signora Morte ha creato tra noi e loro. Non lo so. Sembra che il tempo non ci basti mai. Le morti premature mi hanno insegnato a non rimandare mai gli appuntamenti che con le persone che si reputano importanti perché non sappiamo mai se avremo il tempo di recuperare.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/04344816093224012596noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5519388657536723760.post-3796887540715415432011-08-28T02:47:53.510-07:002011-08-28T02:47:53.510-07:00"(...)Sì, l'uomo è mortale, ma questo sar..."(...)Sì, l'uomo è mortale, ma questo sarebbe solo una mezza disgrazia. Il brutto è che a volte muore all'improvviso, è questo il guaio! E in genere non è in grado di dire che cosa farà stasera(...)"<br /><br />Così Woland, ne "Il maestro e Margherita" invita a non illudersi che l'uomo possa dirigere il mondo, meno che mai se stesso, non ne ha il tempo, disponendo di una vita ridicolmente breve, e soprattutto non sapendo quando morirà. Pianificare diventa un risibile esercizio mentale in una prospettiva simile.<br /><br />La morte affascina perchè è l'ultimo tabù, l'unico autentico mistero che non possiamo svelare. <br /><br />Riflettevo sulla morte come sonno, riposo che lenisce, quale Amleto se l'augurava per sottrarsi al dolore della'esistenza. Il principe di Danimarca però temeva potesse essere un sonno coronato di sogni, nel quale le sferzate della vita si riproponessero in un ciclico cilicio perenne. Un incubo perpetuo. Un inferno.<br /><br />A proposito di "perpetuo", mi ha sempre turbato un'espressione dell'eterno riposo, "risplenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace(...)". Crea una dimensione ansiogena, (al di là del riferimento metaforico a Dio) una luce che mai tramonta mal si concilia con il riposo. Non a caso la "sottrazione di sonno" è uno strumento di tortura, purtroppo, ancora in uso.<br /><br />Finché c'è qulcuno che ci ricorda non moriamo mai completamente. Scrivere aiuta a lasciare un segno, lo sapeva Orazio e lo ha ripreso Foscolo nei suoi Sepolcri. Viene da chiedersi però, è davvero importante per un morto essere ricordato o è una delle inutili attività da vivo? Citando un altro principe, De Curtis: "<br />Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"Angelo Parisihttps://www.blogger.com/profile/01677203491548585174noreply@blogger.com